Orchestra Sinfonica Rossini, una vera impresa etica
Pubblicato il 06 Dicembre 2018 Tempo di lettura: 2.7 minUn Quartetto d’archi per spiegare cos’è un’impresa etica: due violini, un violoncello e una viola per raccontare l’Orchestra Sinfonica “Rossini”di Pesaro e Fano (guarda il video), realtà aziendale che genera un prodotto – la musica – centrando il proprio business sulle competenze dei singoli elementi e sulla relazione e la fiducia che esiste tra loro.
“Non ho mai ascoltato come oggi”: il commento di una partecipante al percorso itinerante di formazione manageriale Storie di ordinaria economia diretto da Massimo Folador, docente di Business Ethics della LIUC Business School, che mercoledì 5 dicembre 2018 ha fatto tappa alla LIUC.
Proprio l’ascolto di brani eseguiti da un team unito e ben affiatato è la dimostrazione di come sia possibile lavorare in gruppo, con ruoli ben distinti ma complementari, in maniera disciplinata ma creativa, per un obiettivo comune.
“L’Orchestra è un’impresa di fatto”, ricorda il maestro Saul Salucci, Presidente e Sovrintendente della “Rossini”: “Quello che produciamo è un mix di tradizione e innovazione. Forti della nostra prassi rossiniana, ci siamo buttati anche in altro facendo tutto ciò che un’orchestra di solito non fa. Abbiamo creato concorsi canori per le scuole, per giovani cantanti pop e rock, realizzato concerti e crossover con, sullo stesso palco, l’orchestra sinfonica e una band all’insegna della musica dei Led Zeppelin, dei Queen o dei Pink Floyd, abbiamo suonato ai Mondiali di ginnastica artistica, eseguito gli Inni alla Coppa Davis”. Esempi che indicano la necessità dell’impresa di innovare per poter resistere e stare “sul mercato” senza, con questo, rinunciare al rigore della tradizione, resa evidente dalle competenze dei singoli elementi, condizione imprescindibile per generare un prodotto di qualità.
Dal Presidente della LIUC Michele Graglia, imprenditore e musicista, una nota sull’ orchestra – impresa: “C’è un ordine sociale dentro un’orchestra, ci sono elementi diversi necessari l’uno all’altro, discipline di organizzazione da rispettare e c’è l’ascolto tra le varie sezioni”. Una realtà da cui prendere spunto.
“Un’impresa con tanti piccoli team, tanti quartetti al proprio interno, può creare una sommatoria di fiducia per lo sviluppo”, commenta Massimo Folador.
Intanto è già tempo per pensare alla 2° edizione di Storie di ordinaria economia (guarda il video) con l’Università di nuovo pronta ad entrare in azienda e a portare le aziende in Università per raccontare storie di imprese che devono sì fare profitti, ma che vogliono anche generare benessere per il territorio in cui operano e per l’intero Paese.