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Private equity in buona salute consegna numeri da record

Pubblicato il 16 Maggio 2023 Tempo di lettura: 1.9 min

Numeri da record per il private equity che nel primo trimestre del 2023 segna sul taccuino 83 operazioni, 51 delle quali realizzate tra gennaio e febbraio, 32 nel solo mese di marzo. Un affare anche in provincia di Varese dove il 2022 si è chiuso con 8 operazioni di private equity, su un totale di 140 realizzate nell’intera Lombardia.

Lo rileva l’Osservatorio Private Equity Monitor – PEM della LIUC Business School, da più di venti anni impegnato, in collaborazione con Aifi, nella mappatura degli investimenti in capitali di rischio realizzati nel nostro Paese.

Oggi, al Palazzo delle Stelline, la presentazione del Rapporto annuale “Italia 2022” e della trimestrale 2023 a cura di Francesco Bollazzi, responsabile dell’Osservatorio, con il commento di Anna Gervasoni, presidente del Comitato Scientifico. Dopo l’analisi dei dati, spazio alla tavola rotonda, moderata da Stefano Righi del Corriere della Sera, su “Il Private equity nel 2023: stabilità, versatilità, imprenditorialità” con ospiti autorevoli: Emidio Cacciapuoti (Studio legale McDermott Will&Emery), Marco Canale (Value Italy), Luigi Cutugno (Deloitte), Gianpaolo Di Dio (Fondo Italiano d’Investimento), Domenico Di Luccia (Di Luccia & Partners Executive Search) e Attila Kiss (Gruppo Florence).

Il focus sulla provincia di Varese consegna un 2022 con 8 operazioni completate. Un risultato in linea con il dato nazionale e regionale, per oltre l’80% di operazioni di buy out, ovvero interventi di maggioranza, spesso finalizzati alla risoluzione di problematiche di passaggio generazionale, in affiancamento alla volontà di sostenere processi di crescita aziendale.

Se dimensionalmente le aziende target oggetto di investimento sono molto variegate tra di loro, spaziando da realtà di piccole dimensioni ad imprese di medio-grandi volumi di fatturato, il tratto comune è costituito dall’origination di matrice familiare delle operazioni, nonché dall’appartenenza delle società ai due macro settori dei prodotti per l’industria e dei beni di consumo.

Gli operatori attivi sul territorio sono stati nel 75% dei casi di matrice domestica, mentre nel restante 25% si è trattato di investitori internazionali.