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La reattività delle imprese verso la quarta rivoluzione industriale, ecco i dati della ricerca per ICIM Group

Pubblicato il 15 Novembre 2023 Tempo di lettura: 2.7 min

Negli ultimi anni il tessuto imprenditoriale italiano ha vissuto grossi cambiamenti nella direzione dell’Industria 4.0 grazie a un susseguirsi di azioni a sostegno dell’innovazione tecnologica dei sistemi produttivi. L’unione di sostegno economico e la possibilità di accedere a benefici in termini di produttività e automazione ha aumentato l’interesse delle imprese italiane per gli investimenti in beni 4.0 e, indubbiamente, spinto l’innovazione del contesto manifatturiero nazionale. Tuttavia, ancora molte imprese, specialmente piccole e medie, non hanno definito una strategia o un percorso indirizzato alla transizione tecnologica.

Per poter sostenere tale cambiamento è necessario comprendere quali sono le maggiori sfide che le imprese italiane stanno riscontrando. In questa logica si inserisce la ricerca – presentata mercoledì 15 novembre 2023 nell’i-FAB della LIUC – Univesità Cattaneo – realizzata dalla LIUC Business School per conto di ICIM Group in cui viene esaminato il fenomeno dell’Industria 4.0 con l’obiettivo di analizzare come il mondo manifatturiero italiano stia vivendo il cambiamento verso la quarta rivoluzione industriale e identificare le maggiori barriere che le imprese italiane stanno incontrando in questo percorso.

La ricerca si è concentrata sull’analisi degli investimenti 4.0 realizzati da un campione di imprese italiane che nel 2020 hanno scelto di affidare l’attestazione di conformità Industria 4.0 a ICIM SpA – ente di certificazione di ICIM Group che vanta il più alto numero di attestazioni I 4.0 a livello nazionale (oltre 3600 attestazioni rilasciate a oltre 1350 aziende, per investimenti pari a circa 2 miliardi di euro).

Le conclusioni dell’analisi rappresentano uno spunto interessante per lo sviluppo futuro dell’Industria 4.0 in Italia: se da un lato, infatti, il piano di investimenti ha fortemente contribuito a oliare la trasformazione del tessuto produttivo nazionale, dall’altro le imprese non comprendono ancora realmente cosa significhi generare valore da tali investimenti, sfruttando solo in parte quello che l’Industria 4.0 può offrire.

La maggior parte degli intervistati (75%) ha dichiarato infatti che la decisione di investire nell’Industria 4.0 è stata principalmente (o, in alcuni casi, esclusivamente) legata ai vantaggi economici e finanziari. Solo il 25% degli intervistati hanno dichiarato che la motivazione di investire in I 4.0 sia stata principalmente dovuta a una spiccata cultura digitale e all’ambizione di portare la propria impresa verso la quarta rivoluzione industriale.

Tra le principali barriere all’innovazione c’è la non adeguata comprensione del concetto di Industria 4.0 per le scarse competenze all’interno delle organizzazioni (67%), che, ad esempio, non sfruttano i numerosi dati generati dai nuovi impianti produttivi, mentre sarebbero oggi da considerarsi un vero e proprio asset strategico. Altre barriere evidenziate sono la resistenza al cambiamento (75%), la complessità di inserire i nuovi sistemi all’interno di cicli produttivi preesistenti (83%) e la difficoltà a trovare partner validi per lo sviluppo della progettualità (57%).

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