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PEM: nel terzo trimestre dell’anno annunciate 91 operazioni

Pubblicato il 13 Ottobre 2023 Tempo di lettura: 2.7 min

Il terzo trimestre dell’anno chiude con la prima frenata del mercato dopo un triennio di crescita costante, con 91 operazioni concluse rispetto alle 118 registrate nello stesso periodo dell’anno precedente. Settembre segna 26 deals, in contrazione rispetto ai 47 del 2022, come rileva l’Osservatorio PEM di LIUC – Università Cattaneo, attivo nell’ambito delle attività della LIUC Business School.

Il dato complessivo dopo nove mesi dall’inizio dell’anno parla di 285 operazioni concluse, rispetto alle 306 dello scorso anno, che vide il record per quanto concerne il numero di investimenti. La contrazione potrebbe essere ancora del tutto fisiologica, ciò che è importante segnalare è una pressoché totale assenza di mega-deals, che determina una significativa decrescita dell’ammontare investito.

Durante i primi nove mesi del 2023, il numero delle transazioni di M&A in Italia registra un calo rispetto al 2022, influenzato da uno scenario geopolitico instabile che richiede un approccio più cauto nei confronti degli investimenti, soprattutto con riferimento alle operazioni cross-border. Inoltre, a causa della minore finanziabilità di acquisizioni di società che presentano valutazioni elevate, sono sotto pressione anche i mega deals. Tuttavia, nonostante i segnali di rallentamento siano certamente presenti, il mercato M&A in Italia continua a perseverare, con un numero di operazioni, 285, che si posiziona ad un livello superiore a quello del 2021, indicando un sentiment ancora ottimistico da parte degli investitori finanziari nei confronti dell’economia italiana“, afferma Elio Milantoni, Partner di Deloitte. “È interessante notare inoltre come, seppur con una quota ancora limitata (7%), emerga per la prima volta una significativa presenza di operazioni di replacement, segnalando come il settore del private equity nel nostro paese stia raggiungendo un livello di maturità sempre maggiore

Sulla base dei valori enunciati, l’Indice trimestrale Private Equity Monitor Index – PEM I, elaborato dai ricercatori dell’Osservatorio PEM attivo presso la Business School di LIUC – Università Cattaneo, si è attestato così a quota 758, indice in ogni caso di un buon livello di attività, anche in funzionalità delle elevata stagionalità del periodo in esame.

Nei primi nove mesi, le operazioni di buy out hanno rappresentato il 77% dei deal totali, esattamente in linea rispetto al medesimo periodo del 2022, mentre i replacement si ritagliano per la prima volta un ruolo significativo (7%). L’attività di add-on (operazioni di aggregazione aziendale) è sostanzialmente stabile con il 46%. Il Nord Italia costituisce sempre il principale polo catalizzatore anche in questa prima metà d’anno, con Lombardia che copre il 30% delle operazioni, a seguire il Piemonte con il 13% ed il Veneto con l’11%. Prodotti per l’industria (25%), beni di consumo (18%) e ICT (12%) sono i settori con il maggior numero di operazioni.

L’attività di investimento degli operatori internazionali nelle imprese del nostro Paese ha rappresentato il 51% delle operazioni concluse, dato ormai consolidato negli ultimi anni.

Da gennaio a settembre, per quanto concerne l’attività all’estero, l’Osservatorio ha mappato undici operazioni di investimento diretto all’estero da parte di operatori domestici (-15% rispetto al medesimo periodo del 2022) e 29 operazioni di add-on (in linea rispetto allo scorso anno) aventi quali target company aziende europee.

In allegato, si riporta una tabella con i deals mappati dall’Osservatorio PEM di LIUC – Università Cattaneo nel mese di settembre, con alcune informazioni di dettaglio a supporto.